Un approccio integrato per la formazione nella gestione flotte

Manutenzione e Fleet Management, competenze complementari e totalmente integrate

  • Febbraio 3, 2020
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  • Un approccio integrato per la formazione nella gestione flotte
    Un approccio integrato per la formazione nella gestione flotte

Abbiamo parlato a lungo su queste pagine delle competenze del personale di manutenzione nei diversi livelli di responsabilità, anche grazie all’ottimo lavoro a suo tempo compiuto da A.I.MAN., che portò alla redazione della norma che sarebbe diventata l’attuale UNI EN 15628.

La verticalizzazione di tali competenze, per ciascun settore applicativo, è un tema altrettanto complesso che richiede l’intervento dei cosiddetti “esperti di dominio”, ossia di coloro che per titoli, conoscenza diretta ed esperienza siano davvero riconosciuti tali all’interno di uno specifico settore; gli stessi hanno la possibilità di integrare le conoscenze base richieste a tutti i manutentori con quelle informazioni indispensabili per applicare nella realtà contingente le teorie di tipo generale.

 

Competenze integrate

Nella gestione dei parchi di veicoli su gomma, siano essi costituiti da automobili, furgoni, trattori stradali e semirimorchi di servizio o vere e proprie flotte di mezzi pesanti per servizi pubblici (igiene urbana, trasporto pubblico locale, manutenzione stradale) le peculiarità sono tali da suggerire un approccio integrato nell’impostazione e nell’erogazione dei piani di formazione aziendali.

Si conferma in primis la validità dell’approccio 15628, che trova conferma nell’esistenza nel settore di figure come quelle previste:

  • 1 livello: capi squadra, capi settore specialistici secondo le Leggi nn. 224/2012 e 122/1992 di disciplina dell’autoriparazione (“Meccatronici”, “Carrozzieri”, “Gommisti”), capicantiere, responsabili di squadre con ulteriori specializzazioni (attrezzature, propulsione elettrica, propulsione a metano, sistemi a guida vincolata…)
  • 2° livello: capi deposito, capi officina, capi area, addetti all’ingegneria di manutenzione
  • 3° livello: dirigenti tecnici con responsabilità economiche e organizzative della gestione dei parchi

Si tratta di un’impostazione che verrà integrata nell’istituendo Albo Nazionale dei Manutentori Specialistici nei Trasporti il quale si pone l’obiettivo di tutelare e promuovere le professioni non regolamentate all’interno del comparto.

Tuttavia, quanto sopra non basta: a differenza di quanto avviene nel Facility Management o nell’industria, le flotte di veicoli hanno la peculiarità di un uso estremamente variabile degli asset sia dal punto di vista dell’estensione geografica che degli effettivi utilizzatori, con vincoli altrettanto variabili (turni, missioni, aree…). Cioè si traduce nella necessità, da parte di tutto il personale di manutenzione coinvolto, di possedere nozioni di Fleet Management, da quelle più basilari che servono a condurre correttamente i lavori, a quelle maggiormente avanzate per favorire un’organizzazione della manutenzione coordinata rispetto a quella dell’utilizzo operativo.

 

Fleet Management e manutenzione

La gestione operativa dei parchi comporta in primis la padronanza delle logiche economiche di Make or Buy che ricalcano, con le dovute differenze, gli stessi paradigmi applicati nella manutenzione allorché si debba trovare il mix ottimo di Insourcing e Outsourcing. In questo caso le scelte, che si ripercuotono su un modello organizzativo della manutenzione che deve risultare flessibile, sono focalizzate sull’acquisto dei veicoli o sul loro noleggio. La manutenzione si sposa in questo caso con il Fleet Management.

Gli stessi problemi operativi legati al “fermo impianto” sono in questo settore complessi:

  • Nel caso di fermo per guasto di un veicolo la struttura manutentiva deve comprendere o risultare integrata con un servizio che componga al meglio una squadra mobile di soccorso e un soggetto deputato al recupero in linea, che nel caso di veicoli urbani pesanti (si pensi agli autobus da 18 metri) può risultare particolarmente complesso anche in considerazione del diverso rapporto masse introdotto dalle recenti modifiche al Nuovo Codice della Strada.
  • Nel caso di fermo programmato, occorre quella funzione che in ferrovia è chiamata “dispo”, consistente nella gestione dei turni o dei viaggi tale da consentire al veicolo per il quale è prevista una manutenzione preventiva o correttiva programmabile di raggiungere il punto di manutenzione più idoneo (che non necessariamente è costituito da un deposito-officina aziendale).

Soprattutto in campo privato per le flotte aziendali, ma grazie alle nuove opportunità normative e di mercato anche in quello dei veicoli in servizio pubblico, va sempre più estendendosi la formula del Noleggio a Lungo Termine (NLT), che se apparentemente manleva il Fleet Manager da alcuni costi ed oneri, in realtà induce potenziali rischi e costi occulti che occorre conoscere e per i quali devono essere approntate strategie di gestione.

Risulta dunque fondamentale che nei capitolati di gara per l’acquisto di servizi NLT sia la componente tecnica che quella economica tengano conto in primis proprio della gestione manutentiva del parco, perché sia essa affidata a terzi che gestita in proprio deve risultare ben nota e governabile. Ciò significa:

  • Definire una car list conforme rispetto sia alle esigenze operative (missioni assegnate ai driver) che a quelle manutentive (numerosità del parco, omogeneità dei gruppi, sistemi di propulsione compatibili con la struttura di governo dei costi)
  • Scrivere un capitolato tecnico sufficientemente analitico da consentire valutazioni di Make or Buy a posteriori (evidenza dei costi di fermo, di quelli di manutenzione, esplicitazione della struttura manutentiva utilizzata e dei relativi accordi contrattuali)
  • Considerare gli aspetti certificativi (ISO 45001 estesa alla catena dei fornitori, applicazione piena della ISO 39001)
  • Negoziare i contratti con il pieno coinvolgimento e responsabilizzazione della parte tecnica

 

Conclusioni

Manutenzione e Fleet Management sono, nella gestione operativa dei parchi veicolari, competenze in teoria complementari e totalmente integrate, che solo se gestite effettivamente come tali consentono di minimizzare e governare in maniera corretta gli impatti del comportamento di driver e fornitori.

Ciò significa che i piani di formazione aziendali degli operatori del trasporto pubblico locale, delle Multiutility e dei grandi gestori di flotte devono essere a loro volta improntati alla massima integrazione delle competenze e organizzati cogliendo il più possibile le ricadute di esperienza di coloro che hanno svolto questi percorsi paralleli.

 

Alessandro Sasso, Presidente ManTra, Coordinatore Regionale A.I.MAN. Liguria, Innovation Manager accreditato MISE