In questo numero, dedicato come focus mensile al tema dell’Asset Management, abbiamo deciso di fermarci per una riflessione sul punto della rotta che stiamo seguendo nella rivista da quando presto servizio come direttore.
Infatti, nei prossimi anni le tematiche della rivista potranno risentire dello sviluppo delle discipline di interesse per la gestione degli impianti industriali: è naturale pensare alla gestione della manutenzione come una disciplina elettiva, fondante della “genetica” della rivista che da diversi anni tratta di tecnica e di management della manutenzione; ciò nondimeno, i lettori potranno anche concordare sul fatto che i confini della gestione degli impianti si stanno via via plasmando con l’introduzione di nuovi concetti che afferiscono ad altre competenze che sono richieste dalla necessità di sviluppo di sistemi di management più integrati, per rispondere alle moderne sfide che sono all’ordine del giorno e alla complessità crescente nelle tecnologie.
In questa riflessione ho chiesto aiuto al collega Prof. Paolo Trucco, vicepresidente della nostra associazione di docenti in area di impianti industriali (AIDI, www.docenti-impianti-industriali.it/) e docente, nel mio stesso ateneo, di Industrial Risk Management. La riflessione nasce durante il periodo non facile che stiamo vivendo, ai tempi del Covid-19. Il caso stesso del Covid-19 è una sfida senza precedenti alla capacità di sviluppare nuovi modelli di gestione, in una visione integrata e adattiva, basata sul coordinamento “sistemico” di risorse di diversa natura (ndr asset). Vediamo bene in queste ore che, per rispondere alla minaccia che il virus rappresenta per la salute pubblica, la indispensabile dotazione di risorse va di pari passo con una capacità di orchestrazione delle stesse: dai medici e infermieri che sono in prima linea, agli equipment necessari al trattamento dei pazienti, alle filiere critiche per garantire la fornitura di materiali vitali, all’utilizzo dell’ICT per la tracciatura, condivisione di informazioni e intelligence sino, ultimo e non meno importante, al comportamento dei cittadini nel rispetto delle norme raccomandate a fini di distanziamento sociale.
Il Covid-19 può quindi essere anche emblematico per evocare problematiche e soluzioni che, seppur su scala più ampia, possono avere comunanze nei principi fondanti che discuteremo, su scala più ristretta, per l’Asset Management. In particolare, con il presente editoriale intendiamo riflettere sull’evoluzione delle tematiche di interesse per quanto attiene a problematiche di gestione degli asset fisici (physical asset management). In questo ambito, pensiamo che si possano rimarcare alcuni principi fondanti di un sistema gestionale efficace:
- orientamento alla gestione del sistema di asset;
- orientamento alla gestione del ciclo di vita;
- orientamento alla gestione delle incertezze basata su valutazioni di rischio. Infatti, la generazione, o preservazione, del valore dagli asset fisici è: i) raramente legata al singolo asset (i.e., individual asset), se non già come funzione e impatto dell’asset stesso sulle prestazioni di sistema e sui costi e rischi indotti (i.e., systems of assets); ii) da pensare con riferimento agli impatti per tutto il ciclo di vita degli asset; iii) garantita dalla gestione dei diversi tipi di incertezze che influenzano tanto le operations degli asset quanto le strategie di business.
Ne conseguono alcune regole pratiche per il sistema gestionale:
- bisogna saper misurare (con KPI opportunamente scelti) e decidere a livello di singolo asset guardando alle conseguenze a livello di sistema (o rete) di asset;
- è essenziale valutare gli impatti di decisioni prese in un determinato stadio della vita mantenendo sempre una prospettiva sulla whole-life (costituita dagli stadi di beginning of life, middle of life, end of life);
- la gestione del rischio deve essere capace di coniugare obiettivi di diversa natura che contemplano compliance e prevenzione per la sicurezza, gestione dell’incertezza delle prestazioni operative degli impianti, garanzia di evitare perdite di opportunità rispetto a iniziative strategiche per l’organizzazione industriale.
Per pura metafora, i principi succitati sono come gli ingredienti utilizzati per preparare un infuso con la giusta miscela per il mix distintivo che è richiesto al palato; è evidente che la giusta miscelada scegliere per l’infuso non potrà essere univoca, pur condividendo una radice comune negli ingredienti di base. Fuor di metafora, pensiamo all’Asset Management come opportunità per diversi settori di applicazione – impianti industriali, impianti di servizio, infrastrutture – per pensare/ripensare il proprio sistema di gestione della manutenzione nell’ambito di una prospettiva più allargata nella quale orientamento alla gestione del sistema di asset, del ciclo di vita e del rischio possano diventare gli ingredienti chiave per una gestione orientata al valore.
È chiaro che diversi settori di applicazione e diversi modelli di business debbano trovare il giusto equilibrio di tali ingredienti, in risposta alle contingenze esterne e interne all’organizzazione. Così, come già sappiamo dalla storia evolutiva dell’Asset Management, alcuni settori (ndr: si pensi all’Oil&Gas e al caso di alcune infrastrutture) hanno contribuito con proprie esperienze e scelte alle teorie dell’Asset Management, fino ad arrivare alla definizione di veri e propri sistemi di gestione incardinati su un ruolo come quello dell’Asset Manager (o denominazioni assimilabili) distinto da compiti meramente manutentivi. D’altra parte, altri settori non necessariamente richiedono medesime interpretazioni e soluzioni, potendo assumere invece una prospettiva fondata sull’allargamento dei compiti manutentivi di gestione degli asset attraverso una maggior enfasi alle strategie di manutenzione in accordo ai suddetti principi. In questa prospettiva, saranno varie le aree di opportunità nelle quali l’Asset Management potrà trovare una posizione di rilievo nei prossimi anni:
- supportare la competitività della gestione industriale attraverso il miglioramento continuo delle strategie di operations & maintenance e i feedback per migliorare progettazione e acquisizione di nuovi impianti;
- garantire la strategia di sviluppo in capital projects con elevata complessità in ragione della natura capital intensive, delle diverse tecnologie degli impianti nonché dell’integrazione di diversi equipment in progetti su larga scala;
- contribuire allo sviluppo di modelli di economia circolare attraverso la gestione di prodotti e impianti e dell’utilizzo delle risorse associate (i.e. materiali, energia) nel loro ciclo di vita;
- fondare lo sviluppo di strategie di servitizzazione in modelli evoluti di product service system comprensivi di servizi a supporto delle attività nei diversi stadi della vita dell’asset, dal beginning sino all’end of life;
- supportare la governance dell’evoluzione tecnologica, comprendendo opportunità e minacce nell’ambito di sistemi cyber-fisici, quindi in stretta relazione con processi e decisioni di technology risk governance.
Il quadro delle opportunità è ampio; nei nostri intendimenti, serve anche a mettere in evidenza la necessità di un sistema di management fondato su capacità “sistemica” connaturata con la molteplicità di discipline e di competenze; queste potranno trovare progressivamente spazio nei futuri contributi della rivista, portando a una naturale evoluzione da tematiche più tradizionali di gestione della manutenzione a tematiche di gestione strategica del ciclo di vita e del rischio associato alle operations degli asset. Avendo questa prospettiva per il futuro, i contributi raccolti in questo numero sono sia originali sia precedentemente pubblicati nella rivista e servono, in questo punto rotta, per evocare uno “spaccato” di problematiche e soluzioni in cui riconoscere sia le contingenze di settore, sia alcuni elementi fondanti un approccio maturo e moderno all’Asset Management.
Prof. Marco Macchi, Direttore Manutenzione T&M
Prof. Paolo Trucco PhD, Ordinario di Industrial Risk Management, Politecnico di Milano