Una piccola rivoluzione nel settore Automotive

L’avvicinarsi delle scadenze delle norme IATF, i miglioramenti apportati dal WCM e gli esperimenti dei giovani adolescenti sulla Formula Arduino, e più in generale sulla robotica e sulla realtà virtuale, illuminano il futuro del settore Automotive

  • Maggio 4, 2018
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    Una piccola rivoluzione nel settore Automotive

I servizi di manutenzione sono rimasti per anni ancorati ad una serie di mantra che sembra­vano immutabili: la manutenzione preventiva, con la sua coda verso la on-condition e la predittiva e meno verso la migliorativa, l’in­gegneria di manutenzione, gli studi affidabili­stici dalla FMECA alla RCM, il TPM, e molte altre materie di studio manutentive, nate fra gli anni ’60 e gli anni ’70 (addirittura l’FMECA nel 1949), che noi ingegneri anziani abbiamo im­parato studiando le mitiche Military Standard, del Dipartimento della Difesa USA, e le tecni­che produttive giapponesi dalla Toyota in poi.

Oggi, invece, negli ultimi tre-quattro anni, in ma­nutenzione tutto sta cambiando e non solo nel settore Automotive, che per la sua attualità ho preso a riferimento in questo articolo:

C’è il filone della Economia Circolare, dove la manutenzione ha un ruolo di primo pia­no nel prolungare la longevità dei sistemi, nell’Upcycling, e un rinnovato entusiasmo per la capacità di riparare suo tradizionale ambito di esistenza (vedi ad esempio il mon­do di IFixIt.com).

C’è la Industria 4.0, che utilizza la fabbri­cazione additiva e l’automazione diffusa sia nell’handling sia nella produzione, con una moltitudine di robot sparsi per la fabbrica. E qui gli effettivi di produzione spariscono lasciando il passo alla manutenzione profes­sionale.

Ci sono le Smart Grid, e un nuovo modo di produrre e consumare l’energia, che richie­de numerose risorse manutentive distribuite sul territorio.

C’è una progressiva diffusione delle materie prime seconde, dove gli scarti di una azien­da divengono materia prima per un’altra, con la necessità di riprogettare intere se­zioni del sistema produttivo e della relativa manutenzione.

C’è una trasformazione nel mondo dei ri­cambi specifici o a disegno, la cui costru­zione sempre più spesso viene affidata a stampanti 3D che montano testine in grado di costruire manufatti metallici con precisio­ni vicine al micron. Da oggi ai prossimi 4-5 anni, ciò comporterà grandi cambiamenti nella logistica della manutenzione.

Per citare solo le linee evolutive a più rapida crescita.

Tutti questi cambiamenti comportano enormi divari formativi fra le generazioni e fra scuola e mondo del lavoro.

In Italia, fortunatamente, diversi enti sono in pi­sta per colmare i gap e trasformarli nella com­petitività prossima ventura.

In testa c’è il MIUR (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca), con il programma della “Buona Scuola” ed i relativi investimenti nella innovazione e nell’alternanza scuola-la­voro, ed il piccolo gruppo dell’INDIRE (Istituto nazionale di documentazione innovazione e ri­cerca educativa) che fa una importante azio­ne di monitoraggio delle eccellenze formative scolastiche ed extra-scolastiche presenti sul territorio. Cui seguono una discreta pattuglia di imprenditori privati che hanno compreso il valo­re di investire nei giovani e nelle loro capacità di produrre innovazione e percorsi creativi.

E i giovani non stanno a guardare.

Il settore Automotive con l’intera catena di fornitura che serve le principali aziende auto­mobilistiche, è interessato da numerose e in­sistenti richieste di qualità in manutenzione riassunte nella nuova normativa IATF, e ne sempreverde procedura del WCM (World Class Manufacturing) cui abbiamo riferito negli scorsi numeri della rivista, e ora anche da suggestioni innovative che provengono “dal basso”.

Ci riferiamo al progetto Formula Arduino, che emula in scala 1:10 la ABB FIA Formula E Championship (formula E), e le sue auto gre­en, dedicata esclusivamente a veicoli spinti da motori elettrici.

La Formula Arduino è stata ideata a Forlì, da un gruppo di studenti del liceo scien­tifico “Fulcieri Paulucci di Calboli” (un eroe forlivese della prima guerra mondiale che affonda le sue radici familiari in epoca me­dievale nelle lotte fra Guelfi e Ghibellini), dove recente­mente è stato istituito un Club di Robotica.

I ragazzi hanno progettato e realizzato la scoc­ca e le restanti parti dell’auto usando stampanti 3D e sistemi di progettazione CAD, integrando­le con componentistica commerciale, le hanno dotate di potenti motori elettrici che consentono alle auto di raggiungere una velocità di oltre 100 chilometri orari, il tutto con un controllo remoto operato da sistemi Arduino e Raspberry. E, infi­ne, dopo i test, le hanno preparate per un con­fronto fra il Liceo e il vicino ITT (Istituto Tecnico Tecnologico) Guglielmo Marconi.

La competizione si terrà il 4 giugno a Forlì, sul­la pista di atletica del Liceo, trasformata per l’occorrenza in un autodromo, ed i ragazzi si sono organizzati in due team (di 22 persone) in competizione fra loro, che comprendono piloti, ingegneri di pista, manutentori, addetti al mar­keting, simulando una vera attività tecnico-com­merciale.

La Formula Arduino rappresenta da un lato la sintesi delle conoscenze che i ragazzi hanno appreso nei percorsi scolastici di Meccanica, Elettronica e Informatica, ma, come sostiene la preside Susi Olivetti, da un altro lato “rappre­senta la scuola che i ragazzi desidererebbero”, al di fuori della didattica e dei modelli scolastici tradizionali.

La Formula Arduino, non è certo un caso iso­lato. Basta osservare i numerosissimi progetti realizzati da giovani studenti e presentati allo School Maker Day di Bologna, il quale, parafra­ sando Ippocrate, ha per motto “noi siamo quel­lo che facciamo” e si è tenuto quest’anno l’11 e il 12 maggio presso l’Opificio Golinelli. O alle Olimpiadi della Robotica organizzate dal MIUR a Milano presso il Museo della Scienza “Leonardo da Vinci”, dal 21 al 23 maggio 2018. Il liceo di Forlì è presente alle olimpiadi con ben 5 progetti finalisti su 30 a livello Italia, ma 8 su 30 sono in Romagna, che si sta rivelando terra di eccellen­za per la robotica.

Le esperienze che questi giovani conducono nella scuola secondaria superiore e nei FabLab, sono la premessa affinché approdi alle impre­se una nuova generazione di tecnici preparati e anche con una buona esperienza alle spal­le maturate in progetti dove prevale il mantra dell’imparare facendo, e dotati al tempo stesso di un buon livello di competenze manutentive.

Nelle industrie dell’Automotive, se ai percorsi evolutivi in atto si aggiungono la disponibilità di ragazzi adeguatamente formati nelle scuole su­periori e nei FabLab, e di sistemi informativi che tracciano i principali percorsi organizzativi da seguire, potremmo assistere ad una importan­te discontinuità nelle performance offerte dalle nostre imprese e ad un rinnovato interesse per la manutenzione come strumento evolutivo a vantaggio delle aziende, per raggiungere una “elevata competitività prossima ventura”.

 

Maurizio Cattaneo, Amministratore di Global Service& Maintenance